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Immagine del redattoreVelia Littera

Fata Morgana | Dentro l’Antropocene di Alberto Timossi


Installazione ambientale presso il lago del Col d’Olen, Valle d’Aosta A cura Takeawaygallery

Dal 23 luglio al 27 agosto 2017

Fata Morgana è un miraggio, l’apparizione di un intrico di piante acquatiche o fiori o arbusti che dal centro del lago del Col d’Olen a 2722 metri di quota ne invade parte della superficie. È l’ipotetica risposta della vita alle modifiche dell’ecosistema apportate da decenni di cambiamenti naturali e indotti dall’attività umana. È l’intervento in scala ambientale dello scultore Alberto Timossi in Valle d’Aosta, visibile dal 23 luglio al 27 agosto in alta valle del Lys, Gressoney-La-Trinité, a cura Takeawaygallery e con il patrocinio della Regione Autonoma Valle d’Aosta e del Comune di Gressoney-La-Trinité.

Decine di elementi verticali, di un rosso sanguigno, si elevano a altezze differenti; una germinazione artificiale che trae la propria conformazione dalla profondità dell’alveo: uno sviluppo in rapporto armonico, come si producono le forme spontaneamente. Il riflesso dell’opera sullo specchio liquido, assieme al contorno delle cime montuose, delle nuvole e del cielo, compongono una totalità inscindibile.

L’installazione trae linfa dal lago, che ne modella le pareti e permette a ogni fusto di oscillare liberamente: la nascita di una nuova specie avviene in un ambiente lacustre caratterizzato dalla fusione del ghiaccio presente all’interno di una particolare forma del paesaggio geomorfologico d’alta quota, detta rock glacier (ghiacciaio di pietra). Qui il ghiaccio, protetto da un accumulo detritico, rilascia nel piccolo bacino acqua con caratteristiche fisiche e chimiche differenti rispetto alle normali sorgenti.

Dopo l’operazione nelle Cave Michelangelo di Carrara (luglio 2015) e l’attenzione posta sul rapporto arte/natura/ambiente antropizzato, Fata Morgana si propone di estendere le riflessioni sugli spazi apparentemente incontaminati. La colorata reazione ai cambiamenti climatici è un invito alla presa di coscienza delle conseguenze dell’Antropocene.

Il progetto è stato possibile grazie alle informazioni scientifiche messe a disposizione dai ricercatori dell’Università di Torino, che, in collaborazione con numerosi enti di ricerca (CNR-IRSA, Università di Bologna, ARPA-Valle d’Aosta, Carleton University, Politecnico di Torino) negli ultimi anni hanno compiuto una campagna di studio sulle acque del piccolo bacino idrico, localizzato all’interno di un sito della Rete LTER Italia (www.lteritalia.i/).

L’installazione verrà ripresa da una webcam e potrà essere vista, in tempo reale e per tutta la sua durata, sulla piattaforma Rifuginrete.com e su www.albertotimossi.com.

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